Enoturismo, il turismo della ripartenza

Il “nuovo” turismo dovrà essere di prossimità, sostenibile, accessibile, all’aria aperta. L’Enoturismo già lo è

È un turismo di prossimità ed economicamente sostenibile, che consente
esperienze per pochi o per piccoli gruppi della durata di una mezza giornata, di una giornata, di un week-end. Si può praticare anche all’aperto, con le visite in vigna che accompagnano le visite in cantina. E’ integrato con il territorio, con i ristoranti e le strutture di accoglienza, con i beni culturali e le produzioni gastronomiche locali. È rispettoso dell’ambiente, si praticherà sempre più anche con le e-bike, a mobilità sostenibile. Queste sono le peculiarità dell’Enoturismo, motore del Turismo enogastronomico, sempre più praticato dagli appassionati di vino e cibo italiani e dalla generazione dei Millennials, e per il quale l’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo (Food Travel Monitor 2020 –
World Food Travel Association).
“Il Vino e i prodotti di qualità certificata (DOP, DOC e DOCG) sono fondamentali per il turismo enogastronomico che a livello internazionale – informa Magda Antonioli, Professore Associato all’Università Bocconi e Consigliere di amministrazione di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo – è uno dei driver della domanda di turismo, con una crescita quasi tripla rispetto ai settori turistici tradizionali. Il Turismo enogastronomico e l’Enoturismo in particolare sono la sintesi tra Produzione e Territorio. Affinché si possano sviluppare è indispensabile promuovere la narrazione di tutta la filiera, offrendo a un turista sempre più consapevole una rete strutturata di informazioni ed esperienze”.