MATERA, CUORE DI PIETRA E BATTITI ANTICHI

Matera è bella da togliere il fiato.

Illuminata dal sole, giochi di ombre la fanno vivere. I suoi Sassi sembrano muoversi con lo spostarsi della luce.

Al tramonto, il bianco-grigio dei Sassi che si tinge di un arancione sempre più intenso offre al visitatore uno degli scenari più suggestivi che si possano ammirare, che col buio diventa quasi irreale, tanto è bello.

Le voci del giorno, il brulicare delle piazze lasciano spazio al silenzio dei vicoli, dove anche il vento sembra soffiare più piano.

Tutto si perde.

Tutto, tranne il battito del cuore di pietra di Matera.

Un battito lento, antico. Che racconta storie di abbandono e rinascita. Di sopravvivenza e di adattamento. Della bellezza di oggi, passata attraverso la “vergogna” di ieri.

Basta mettersi in ascolto. Tra viuzze scolpite dal tempo, salendo e scendendo scalini a non finire. Lasciando che il fervore religioso dei suoi antichi abitanti, ancora attaccato alle pareti umide delle chiese rupestri, pervada l’anima. Allargando lo sguardo sui Sassi dalla Murgia Timone, dall’altra parte della Gravina.

Matera conquista il visitatore, inevitabilmente.

L’insolita bellezza, l’unicità dei Sassi, Patrimonio dell’Umanità Unesco, si mescola all’accoglienza, ricca di umanità sincera, dei materani, per i quali il turista è un ospite che entra in città come a casa.

Ma proprio a Natale la casa è rimasta chiusa.

Nella città Capitale Europea della Cultura 2019 il visitatore sarebbe legittimato ad aspettarsi musei aperti e possibilità di tour guidati anche il 25 dicembre. E invece niente.

“CHIUSO PER NATALE”.

Niente musei aperti, niente chiese rupestri aperte. Se non un complesso, quello costituito dalla chiesa della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci, gestito da un’associazione privata che, nella suggestiva cornice della chiesa ha magistralmente allestito una splendida mostra di sculture di Pietro Guida.

Niente presepe vivente. Come se Gesù Bambino fosse nato prima e dopo il 25 dicembre.

Niente neanche al Castello Tramontano, chiuso per lavori. Nato male (è rimasto incompiuto per la morte del Conte Tramontano da parte degli stessi materani cinquecento anni fa), il castello sembra essere finito peggio, oggi abbandonato e ignorato da tutti: dai materani, malgrado il parco pubblico intorno, e dai turisti, che non ci trovano niente di interessante da vedere.

Eppure i turisti c’erano a Natale a Matera. E non pochi. E molti di loro, forse proprio per l’assenza delle istituzioni su questo fronte, sono stati inconsapevoli vittime di poco raccomandabili personaggi pronti (loro si che lavoravano anche a Natale!) ad adescarli in piazza per visite guidate al niente, con guide del tutto impreparate e fantomatiche degustazioni finali in negozi di basso livello, sforniti di prodotti di qualità, che non rendono merito alla ricca tradizione enogastronomica lucana. Non è un caso che, per convincere i dubbiosi turisti, le zelanti quanto patetiche “guide” facessero leva proprio sulla impossibilità di effettuare la visita il giorno di Natale: un “prendere o lasciare” che, complice il costo assai contenuto (20,00 euro per 4 persone), ha convinto tanti ad assecondare questa pratica, evidentemente non patrocinata dal Comune come si voleva far credere.

La Capitale Europea della Cultura 2019 non può permettersi certi scivoloni.

Come non può permettersi che enormi sacchi dell’immondizia stazionino vicino a bellezze patrimonio dell’Umanità per giorni, con il rischio, in alcuni casi divenuto realtà, che cani e gatti decidano, nel corso della notte, di vedere cosa c’è dentro e racimolare qualche bocconcino tra gli avanzi della tavola umana.

E come non può permettersi le strade tempestate di mozziconi di sigaretta. Niente, in tre giorni neanche uno spazzino. Anche in questo caso “CHIUSO PER NATALE”.

Voci raccolte qua e là tra le piazze e i negozi dicono che i 52 milioni di euro, tanto vale la Capitale Europea della Cultura 2019, siano ancora in attesa di essere spesi. In attesa che la politica trovi una strada da percorrere, perché, a quanto pare, quella indicata dal progetto di candidatura di Matera 2019 è irta di complicazioni.

L’assenza delle istituzioni si percepisce nell’aria in città. Anche un occhio non avvezzo si accorge che la Capitale Europea della Cultura è in tremendo ritardo. Gli operatori sembrano quasi rassegnati. Il turismo non manca, anche quello straniero, grazie alla visibilità che Matera ha indipendentemente dal suo ruolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Ma è evidente che il salto di qualità che il titolo (e i relativi soldi) avrebbero dovuto determinare per il territorio materano non c’è stato e non si sa se ci sarà.

Non resta che sperare che Matera2019 non sia l’ennesima occasione persa dall’Italia. Perché quanto a brutta figura internazionale siamo già un pezzo avanti.